IL PROGETTO DELLA CANOA.


L'Italia ha una antica tradizione per quanto riguarda la progettazione nautica: e' sufficiente ricordare progettisti come Vallicelli, ideatore della famosa "Azzurra" ed i molti studi professionali che progettano le barche piu' richieste anche a livello internazionale.

La canoa da noi e' intesa come nautica minore; poco commerciale e quindi non e' oggetto di studio e di progettazione accurata come invece avviene in altri paesi dove la sua diffusione ne giustifica l'impegno in questo campo.

In particolare in Germania esistono i principali se non gli unici veri progettisti, a livello di ingegneria nautica, di scafi per canoe; ed i nomi sono due: Prijon e Lettman. Mentre i modelli di progetto Lettman sono per lo piu' rimasti entro i confini tedeschi, la linea di progettazione Prijon e' ormai diventata un modello di imitazione internazionale ed i famosi scafi tedeschi sono praticamente copiati o integralmente o con lievi modifiche, sia negli altri paesi europei dove piu' si pratica lo sport della canoa, sia negli Stati Uniti dove il Kajak da pochi anni si e' diffuso notevolmente senza tuttavia raggiungere i livelli della canoa canadese il cui mercato locale e' dominato dai modelli "Grumman" in Avional (alluminio aereonautico).

I modelli di progettazione Prijon che, come dicevamo, sono ormai affermati quasi come standard in tutto il mondo, si distinguono nel campo della canoa fluviale turistica ed amatoriale in tre linee fondamentali: la linea "Arkansas" il cui progetto originario derivava direttamente dalle linee nautiche delle falt-boats smontabili e che e' stato ripreso dai principali costruttori per i nostri modelli da turismo in acque tranquille. A tale linea si richiama con molta fedelta' il diffuso modello "Scimitarr" prodotto da Moldresin e con alcune variazioni i modelli definiti da turismo, di lunghezza pari a m.4,15 prodotti da molte ditte nazionali.

La seconda linea che ha fatto storia e' la linea "Canyon" con i modelli base 400 e 390. In particolare il modello Canyon 400-s ha rappresentato una rivoluzione nella concezione nautica della canoa fluviale: e' stato il primo modello che si presentava con la caratteristica forma a banana che ormai e' diventata insostituibile come efficienza e stabilita' in acque mosse. La linea Canyon e' caratterizzata da un notevole volume generale ottenuto con le linee d'acqua delle sezioni trasversali che vanno strin gendosi verso le punte con una progressivita' ridotta in modo da ottenere una canoa che si mantiene larga per la maggior parte della propria lunghezza e che si restringe quasi bruscamente in prossimita' delle punte. Tale concezione e' particolarmente vistosa nel modello Canyon 390 creato per dare grande stabilita' in acque estreme e per canoisti pesanti. L'altra caratteristica del la linea Canyon e' data dalla cosiddetta "insellatura" che deter mina la forma a banana cioe' la sezione longitudinale che presenta le linee d'acqua del fondo che si raccordano con notevole progressione alle punte, le quali, a loro volta, si trovano sollevate rispetto alla linea mediana della sezione.

La terza linea Priyon che si e' imposta con notevole succes so e' la linea "Olympia" con i modelli 380, 400 ed Expert. Il modello piu' conosciuto e' la Olympia 380 che forse e' stata una delle canoe piu' diffuse sia in Germania che da noi. La linea della Olympia e' caratterizzata nei modelli 380 e 400 da un volume medio ottenuto con una linea snella, con punte quindi par ticolarmente strette come sezione; dalla prua provvista di chiglia piu' evidente nel modello 380 e da una notevole insellatura che determina una estrema manovrabilita' delle canoe. Il modello Expert rappresenta una evoluzione della linea Canyon ottenuta mantenendo le caratteristiche di elevato volume, punte larghe e notevole insellatura in una lunghezza che non supera i 390 cm. a fronte dei 410 cm. di una Canyon 400- s. Tra l'altro il modello Olympia Expert e' stato realizzato da Prijon anche in versione Polietilene con il marchio "Taifun". I modelli della linea Olympia sono fabbricati in Italia da Alessandrini (380), la "treottanta" per eccellenza, da Fran cesconi (380, 380 extrem, 400, Expert) da Famver (380), da Art Fiber (Expert) e da fabbricanti minori. Inoltre il modello Taifun viene importato sia intero che disassemblato e distribuito da vari fabbricanti.

Quali sono le principali caratteristiche del progetto di uno scafo per canoa?

Se immaginiamo di sezionare una canoa partendo dal centro e segandola sia in senso longitudinale che crasversale effettuando un taglio, per esempio, ogni cinque centimetri, ot terremo tante sezioni consecutive che rappresentano le linee d'acqua dello scafo.

La progettazione dello scafo avviene dunque attraverso lo studio delle linee d'acqua e degli effetti che la loro variabilita' determina nel risultato finito. Il risultato finito, cioe' la canoa da turismo per acque mosse, deve essere stabile, cioe' deve avere una notevole coppia di raddrizzamento; deve offrire il minimo attrito all'acqua nelle manovre di aggan cio; deve avere un comportamento prevedibile per quanto riguarda la direzionalita'. Per ottenere queste caratteristiche si possono variare le dimensioni delle linee d'acqua e modificare anche no tevolmente il comportamento di una canoa.

La stabilita' e' un termine generico che potrebbe essere de finito in modo piu' preciso come capacita' della canoa di auto raddrizzarsi in seguito ad una sollecitazione angolare. La stabilita' si ottiene studiando un giusto rapporto tra lunghezza dello scafo e larghezza delle varie sezioni trasversali che dal centro, dove raggiungono il massimo di 60 cm. vanno restringendosi gra dualmente fino alle punte. La canoa che ha sezioni trasversali piu' larghe in prossimita' delle punte e' generalmente piu' stabile in quanto offre un maggior braccio alla sommatoria delle coppie di raddrizzamento in caso di sollecitazioni angolari.

La manovrabilita' e' determinata dal disegno delle sezioni longitudinali, in particolare dal grado di insellatura, particolarmente nella zona posteriore della canoa. Durante le manovre di aggancio per entrare in morta o di aggancio in genere per determinare una rapida virata della canoa, la coda offre una certa resistenza alla virata e per ridurre questa resistenza e' necessario dare una maggiore insellatura alla coda della canoa sollevan done la punta rispetto alla mezzeria ed inoltre accentuando note volmente la curvatura delle sezioni trasversali che devono essere il meno possibile a fondo piatto.

La direzionalita' di una canoa e quindi la prevedibilita' del suo comportamento in acque turbolente e' data dalla forma delle sezioni trasversali anteriori, in prossimita' della punta. Se la canoa avesse le sezioni anteriori uguali a quelle posteriori si comporterebbe come un tappo di sughero, si troverebbe cioe' in balia della turbolenza dell'acqua rendendo difficoltosa la ma novrabilita'.

Le sezioni anteriori, anche nei modelli piu' spinti come quelli della linea Canyon hanno un volume superiore a quello di coda ed inoltre hanno un disegno delle sezioni trasversali che si raccordano alla punta anteriore con minore celerita' e sempre con un accenno di chiglia, rappresentata a volte anche come un leggero pronunciamento in prossimita' della punta. Questo si ren de necessario perche' in tutte le situazioni in cui la punta si trova in acque turbolente, con una chiglia anche minimamente ac cennata, tende a dividere l'acqua e ad attraversarla senza ne' venire sommersa ne' essere respinta bruscamente in alto.

L'effetto "sughero" determinato dalla completa assenza di chiglia causa in genere un beccheggio eccessivo della canoa che in acque mosse e' controproducente in quanto fa' perdere il controllo della direzionalita'. Il difetto sopra menzionato lo hanno in genere le canoe di imitazione, realizzate da fabbricanti mino ri o da grossi fabbricanti che costruiscono modelli propri senza una preventiva progettazione accurata.

Non meno importanza ha la progettazione della coperta, cioe' la parte superiore della canoa. Non dimentichiamo che una delle manovre fondamentali per l'autosoccorso in canoa e' quella dell'eskimo e la facilita' con cui si "tira l'eskimo" e' determi nata oltreche' dalla bravura del canoista, anche e soprattutto dalla instabilita', volutamente provocata, della canoa in posi zione capovolta. Questa instabilita' e' ottenuta progettualmente disegnando la coperta della canoa il piu' possibile tangente ad una linea retta e quindi con la massima superficie di contatto con l'acqua in posizione capovolta unitariamente ad una sezione trasversale della parte anteriore dello scafo che superiormente si avvicina alla forma di una semicirconferenza. Tale disegno rende piu' semplice e meno faticoso raddrizzare la canoa: il principio e' lo stesso che determina la facilita' di rovesciamen to nelle canoe da discesa: lunga superficie di contatto con l'acqua e sezione tondeggiante.

La forma della coperta posteriore invece non ha grande importanza in quanto le sollecitazioni di torsione che il canoista che compie l'eskimo imprima alla canoa, si trasferiscono quasi interamente sulla coperta anteriore. Per que sto motivo, generalmente, la coperta posteriore viene costruita appiattita e tale da non ostacolare il movimento di rotazione che la schiena del canoista percorre quando si appresta a concludere l'eskimo.

La coperta posteriore inoltre ha la funzione di dare alla canoa il volume necessario per reagire prontamente alla sommersione provocata dalle forti onde, dai rulli e dai salti; anche la sezione superiore inoltre, come per la chiglia, deve essere leggermente a forma di V capovolta in modo da riemergere prontamente tagliando l'acqua che si trova sopra la coperta, senza provocare sbilanciamenti. Una coperta anteriore piatta provocherebbe, oltreche' difficolta' per praticare l'eskimo, anche una riemersione disordinata della canoa sommersa da un onda con conseguente sbilanciamento del canoista che si troverebbe in difficolta' proprio quando la canoa e' maggiormente sollecitata.

Anche le canoe da slalom piu' spinte e piu' a forma di sogliola hanno una coperta anteriore voluminosa e tondeggiante anche se la forma nautica delle punte e' quanto di piu' negativo si potesse costruire pur di aggirare i regolamenti di gara.

Abbiamo dunque visto come una canoa richieda una buona progettazione sia per lo scafo che per la coperta: scafo e coperta vanno uniti con una giuntura che corre tutta intorno alla canoa ed anche questa parte ha la sua importanza.

Le famose linee d'acqua che costituiscono il progetto di una canoa devono essere tali da consentire una stabilita' laterale apprezzabile: al giorno d'oggi le manovre come gli agganci con appoggio alto o con appoggio dai 40 ai 60.70 gradi e la tranquillita' del canoista in que sta posizione deve essere dovuta non solamente alla forza dell'appoggio ma anche alla capacita' della canoa di mantenere a quei livelli di inclinazione una superficie di appoggio continua e sicura.

Una canoa di buona progettazione con dentro un canoista di peso variabile dai 60 agli 80 kg. dovrebbe mantenere una efficace coppia di raddrizzamento fino ad inclinazioni di 60 gradi indipendentemente dalla forza di appoggio della pagaia, a meno che non si sia dei canoisti alti due metri e quindi con il baricentro perennemente fuori dalla sua sede ottimale.

Riassumendo, abbiamo visto come dovrebbero essere costruite le parti fondamentali di una canoa; c'e' chi ha gia' provveduto a sperimentare tutte le variabili ed a collaudare le varie soluzio ni; in sostanza c'e' chi ha gia' provveduto a progettare con me todo scientifico le canoe che noi cerchiamo.

Per essere sicuri di non fare cattive scelte dunque, dovrem mo fidarci di quelle canoe o di quelle linee di produzione seria mente progettate e gia' collaudate dall'esperienza di moltissimi canoisti. Sul mercato esiste una buona scelta sia di marche che di modelli dalle linee gia' collaudate.

Marco Spada.