LA STORIA INFINITA


Lasciamo perdere i primordi della storia della canoa, perche' altrimenti facendo riferimento alle canoe in fibre vegetali intrecciate, trovate nelle tombe dei sumeri e risalenti a 6.000 anni fa, o a tutti i ritrovamenti di canoe quasi "fossilizzate", tre le melme dei laghi dove sorgevano insediamenti di palafitte, ci vorrebbe un volume ed almeno un anno di ricerche in biblioteca.

Partiamo dalla canoa intesa non piu' come una imbarcazione da lavoro o mezzo di trasporto; ma intesa come mezzo sportivo o piu' semplicemente come oggetto di divertimento..."sull'acqua".

Il primo che ci ha pensato e' stato uno oscuro avvocato scozzese, Mr. Jon Mc Gregor, il quale fu' un grande viaggiatore e proprio nei suoi viaggi in Nord America ed in Siberia ebbe modo di vedere le popolazioni locali far uso di canoe nei loro spostamenti sui fiumi.

A quei tempi in Inghilterra si usavano per diporto nautico delle goffe barche a remi o le costose e tecnicamente complicate "racing shells", sorta di gusci per gare di voga estremamente scomode e riservate a chi poteva permettersele.

Mc Gregor, da buon scozzese, capi' che per poter permettere a tutti gli amanti dell'acqua di andare per fiumi in modo economico e semplice, bisognava copiare una di quelle imbarcazioni che aveva visto nelle mani degli indiani canadesi o degli esquimesi siberiani; cosi' nel 1865 disegno' la sua prima canoa ed incarico' la ditta Lambeth boatbuilders" di costruirla. La battezzo "Rob Roy"; era in legno, pesava 90 libbre 840 kg.) ed era lunga 15 piedi (m.4,95).

La propulsione avveniva con pagaia a doppia pala simmetrica e vi era la possibilita' di montare una vela ridotta al centro della canoa.

Con questa canoa, che potremmo vagamente paragonare ad una ' olimpica' di oggi come forma generale, John percorse kilometri di fiumi in giro per l'Europa, per l'Africa e raccolse le sue memorie nel famoso libro "A Thousand Miles in the Rob Roy Canoe", divenendo popolarissimo nella sua epoca al pari di un Fogar attuale. Lo stesso Pricipe di Galles si dimostro' entusiasta del nuovo sport e nel 1866, a Richmond, sul Tamigi fu' fondato il primo Canoa Club della storia.

L'anno successivo si tenne sul Tamigi la prima gara canoistica con la partecipazione di ben 15 imbarcazioni e tale fu' il successo di pubblico negli anni successivi, che la Regina Vittoria nel 1873 concesse al giovane canoa club di potersi fregiare del nominativo di "Royal Canoe Club".

Nel 1871 nacque anche oltre oceano, dove erano giunte le notizie dal Tamigi, il New York Canoe Club: Fece notizia il viaggio del Bishop H.Nathaniel che percorse in birk-bark (canoa canadese in corteccia di betulla) ben 2.550 miglia dal Quebec al Golfo del Messico e desrisse la sua impresa nel libro "Voiage in a Papea canoe", pubblicato nel 1878. p73 Il canoismo americano si sviluppo' immediatamente; le canoe indiane diventarono un mezzo per divertirsi a scendere le rapide dei grandi fiumi piuttosto che imbarcazioni da gara come avveniva invece in Inghilterra. Il turismo canoistico ebbe in America e con le canoe canadesi aperte una diffusione immediata e travolgente, tanto che ancora oggi non e' da meno a nessuno.

In Europa, dopo il pionerismo inglese, bisogna aspettare il 1920 per vedere nascere con la partecipazione di Austria, Germania, Danimarca e Svezia, l'"Internationaler Representatio fur Kanoesport"; segui' la Cecoslovacchia e nel 1935 gia' si contavano 17 membri nella Federazione Europea.

Il vecchio Rob Roy ormai era obsoleto, in Germania, Klepper gia' costruiva canoe in tela smontabili, simili ai nostri kayak attuali e capaci di affrontare fiumi di 3o/4o grado.

Non bisogna dimenticare una tappa importante nella storia della canoa: il 1927, quando l'atleta austriaco Hans W.Pawlata per primo dimostro' come ci si possa ribaltare e raddrizzare con il kayak utilizzando la tecnica dell'eskimo che lo stesso Pawlata imparo' non direttamente dagli esquimesi, bensi' provando e riprovando sulla base delle accurate descrizioni trascritte dal sociologo- antropologo Rasmussen.

Ricordiamo anche come nel 1928 il Capitano Franz Romer attraverso' l'Oceano Atlantico in canoa impiegando 58 giorni. Percorse3.852 miglia marine da Lisbona a St.Thomas nel mar dei Caraibi usando un kayak smontabile in tela e percorrendo una media di 56 miglia al giorno. Tra l'aprile del 1936 e l'agosto del 1937 gli americani Joffrey Pope e Sheldon Taylor percorsero 7.200 miglia in canoa canadese aperta attrversando il nord America da Est ad Ovesta. Partirono da New York; percorsero l'Hudson River, il lago Champlain, il fiume San Lorenzo, dirigendosi a Nord attraverso il Manitoba.

La storia continua; nel 1936 alle olimpiadi di Berlino 19 nazioni parteciparono alle gare di canoa olimpica e negli anni '50 comparvero le prime canoe in fibra e resina; ricordiamo come il primo sedile anatomico per kayak fu' introdotto dal tedesco Erich Seidel che mise nel suo kayak un semplice cuscino riempito con segatura al posto del rigido traversino in legno. Si scoprirono il puntapiedi, i premicosce, nacque l'epoca dei Prjion, dei Lettman; l'era moderna della canoa che vede la sua tappa piu' importante con l'avvento del canoista cecoslovacco Milovan Duffek, che divulgando nelle gare di slalom l'appoggio alto di punta, detto appunto appoggio Duffek, rivoluziona la tecnica di manovra in rapida spinando la strada al canoismo moderno.

E da noi in Italia cosa accadeva?

Nei primi anni del '900 proliferavano sui fiumi i sandolini fluviali, lunghi canotti condotti con pagaia a pala doppia; proprio nel 190 a Milano si tenne la prima gara di "Perissoire" vinta dal giornalista della Gazzetta dello Sport CamilloBaglioni.

Negli anni trenta il Gruppo Milanese della Canoa animato da Ferruccio Casorati, comincia a diffondere il canoismo come attivita' turistica ed escursionistica oltreche' sportiva.

Nasce nel 1938 Il gruppo Italiano della Canoa che pubblica la prima rivista di canoa: Noi canoisti/campeggiatori nomadi. Costava 2 lire ed aveva la redazione a Milano in V. Mascheroni, 5.

Iniziano le gare di canoa; ricordiamo Elio Sasso, campione olim p73 pionico nel '36; Guglielmo Ascani del Gruppo Italiano della Canoa, primo campione italiano di canoa rigida; la Reale FederazioneItaliana di Canottaggio organizza gare di canoa rigida e canoa smontabile (R1 ed F1) sul Toce, sul Ticino a Vigevano, a Salo', a Cassinetta di Lugagnano, a Verbania, a Torino.

Nel 1951 nasce il primo Canoa Club moderno in Italia: lo Sport Club Merano, fondato dall'Ing. Bruner proveniente da Steyr (Austria). I primi atleti Meranesi vincono le prime gare sul Passirio, ricordiamo i fratelli Willi e Sigi Gerstgrasser; K.Hober. Nasce nel 1953 l'Ivrea Club dopo il viaggio Ivrea- Venezia portato a termine da Giulio Walzogher e Gianfranco Voltolina; club che si contende il primato con quello di Merano. Vede la luce il Canoa Club Milano animato da Vittorio Visconti e lo stesso Visconti nel 1962 pubblica la rivista FIUMI, la piu' genuina e valida rivista di canoa italiana.

Inizia l'attivita' di divulgazione turistica portata avanti con con tenace convinzione da Guglielmo Granacci che fonda la "Federazione Italiana Canoa Fluviale" ed inizia la pubblicazione delle prime carte fluviali ad uso turistico.

Nasce la rivista "Canoa Fluviale" diretta da Granacci, che pubblica periodicamente l'elenco dei raduni canoistici e della discese fluviali turistiche organizzate dai club, mettendo in condizione i canoisti italiani di essere a conoscenza di tutta l'attivita' che si svolge sul territorio nazionale.

L'Italia ormai e' piena di club canoistici: Bobbio, Valstagna, Verona, Tritium di Trezzo d'Adda, sono nomi storici. Roberto d'Angelo, Carlo Brizzolara, Di Stazio, Alessandrini, Perli, Inzaghi sono gli atleti che maggiormente si distinguono in campo internazionale.

Siamo agli anni nostri, Marco Previde Massara vince la medaglia d'oro a Merano, Dario ed Urbano Ferrazzi sono le nuove stelle dello slalom; nei fiumi troviamo canoe in carbonio e kewlar mentre dal 1982 circolano le Taifun in polietilene soffiato che rivoluzionano il modo di andare in canoa da "turisti".

Si moltiplicano le manifestazioni sui fiumi, la Festa del Santerno, in Romagna, organizzata dall'infaticabile Ruffini raccoglie ogni anno l'adesione di centinaia di canoisti; la discesa Internazionale del Tevere guidata da Francesco Bartolozzi riscuote sempre piu' successo anche tra i canoisti stranieri.

I vari Gengis Kan, Polizzy & Pandozy, Wlady Farina, Andrea Gatti, Jonny Hinrichsen, Scanziani & Scanziani, Carbonara e discepoli, Bartolozzi & Pompetta, imperversano onnipresenti sui nostri fiumi formando quel popolo di pazzi che trova tra le onde del Santerno o tra le alghe del Fibreno quell'orgiastico piacere di cui soltanto i canoisti sanno godere; la storia continua....e' la STORIA INFINITA!!!!

Marco Spada.