Fotografie di Marco Spada
- Roma -


     

Ho iniziato a fotografare fin da piccolo, con la Voitgtlander di mio padre, fotografavo paesaggi, gli animali del mio giardino, gli animali dello zoo di Roma e poi, negli anni '70 ho avuto la mia prima reflex, una Asahi Pentax spotmatic con cui ho imparato a fotografare sul serio, sviluppando da solo i miei rullini, i vecchi Ilford Fp4 ed Hp4, e stampandomi le foto in cantina con il mio vecchio ingranditore Durst.

Fotografavo gli amici, facevo ritratti alle amiche, le immagini di strada (che ora chiamano street photography) e piano piano mi è venuta la passione per la fotografia naturalistica, che allora si chiamava con il termine improprio di“Caccia fotografica”, sono stato tra l'altro uno dei primi pochi iscritti alla “Società italiana di caccia fotografica” costituita da Egidio Gavazzi, primo direttore della rivista “Airone”.

Avevo comprato i miei primi teleobiettivi, la mia “storica” Nikon F nera, che ancora dopo 40 anni funziona perfettamente, mi allenavo al vecchio Zoo di Roma ed ogni tanto andavo in giro per le campagne o in montagna a fotografare quello che vedevo.

Ho iniziato poi con le diapositive a colori, le Ektachrome 200, ed il mio vero battesimo naturalistico sono stati i Camosci del Parco d'Abruzzo.; la prima volta nel Parco, quando ancora a Civitella Alfedena non andava nessuno, ricordo il proprietario dell'unico bar, Marco Visci, guardiaparco, che mi aveva accompagnato fino al rifugio di Forca Resuni lasciandomi a dormire lassù e la mattina dopo in una giornata fredda e nuvolosa, l'emozione di incontrare i miei primi Camosci in libertà e le prime vere foto naturalistiche.

Forse per questo i Camosci mi hanno per così dire“imprintato” ed ancora oggi non mi stanco mai di tornare a fotografarli.

Poi gli uccelli del Parco Tevere Farfa, che allora era solo “la palude di Nazzano” prima di diventare Parco naturale, le fotografie ai Daini ed ai Cinghiali rubate di nascosto dentro la riserva di Castel Porziano, le prime macro nel mio giardino di Roma,dove allora c'era una biodiversità incredibile, e che oggi è un deserto dove a malapena si vede qualche ape.

Negli anni '80 ho collaborato come redattore alla rivista Fotopratica allora diretta da Antonello Manno, grande giornalista e grande fotografo e mi occupavo di una rubrica dedicata ai giovani fotografi con una galleria mensile di scatti dei lettori.

Oggi dopo tanti anni di fotografia, di letture, di conoscenza delle immagini altrui, fondamentale per migliorarsi, mi dedico soprattutto alla foto naturalistica (ma non solo) preferendo le inquadrature che mi danno emozioni, cercando le ambientazioni, la luce migliore, preferendo la fotografia ragionata, lenta, senza raffiche e senza cercare la “cattura” ad ogni costo.

Il mio luogo preferito è il Parco d'Abruzzo, dove i miei soggetti preferiti sono ancora i Camosci, i Cervi sempre più abbondanti, i Cinghiali, sogno da sempre di incontrare l'Orso e il Lupo, ed i paesaggi delle Faggete e delle praterie d'altitudine, soprattutto in Autunno quando i colori dei boschi danno il meglio di sé.

La mia attuale attrezzatura fotografica digitale, dopo essere passato per reflex Nikon ed Olympus 4/3, è costituita dal sistema leggero e compatto Mirrorless Olympus con cui è più facile salire in montagna e che come qualità di immagine trovo superlativo.

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